Gaza, la proposta di Hamas ai mediatori e la versione di Israele su quanto accaduto ieri nella Striscia

Il Ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas ha affermato che almeno 21 persone sono morte e altre 155 sono rimaste ferite in nuova strage di civili in attesa di aiuti che sarebbe avvenuta per mano delle forze dello Stato ebraico vicino alla rotonda del Kuwait, nella città principale della Striscia.
Hamas ha presentato ai mediatori una proposta di cessate il fuoco a Gaza che prevede una prima fase di rilascio di donne, bambini, anziani e malati israeliani tenuti in ostaggio in cambio del rilascio di 700-1000 prigionieri palestinesi. Lo riporta Reuters sul suo sito.
Soldato israeliano
Soldato israeliano | Ansa – museodiocesanotorino.it
La proposta comprenderebbe il rilascio di 100 detenuti palestinesi che scontano l’ergastolo nelle carceri dello stato ebraico, in cambio di alcune soldatesse israeliane. Hamas ha dichiarato inoltre che avrebbe concordato una data per un cessate il fuoco permanente dopo lo scambio iniziale di ostaggi e prigionieri.

L’accusa di Israele: “Sono stati i palestinesi a sparare sulla folla”

Intanto Israele torna su quanto accaduto ieri sulla striscia di Gaza, dove un gruppo di civili è stato colpito da colpi d’arma da fuoco mentre attendevano gli aiuti umanitari. Le prime stime parlano di 21 morti e 155 feriti. Ma Israele punta il dito contro Hamas, sostenendo come siano stati loro a sparare: “Palestinesi armati hanno aperto il fuoco mentre civili di Gaza erano in attesa dell’arrivo del convoglio di aiuto” ha fatto sapere il portavoce militare israeliano al termine delle indagini svolte sui fatti.
“Appena il convoglio di 31 camion è entrato nella Striscia – ha continuato – i palestinesi armati hanno continuato a sparare quando la folla di residenti di Gaza ha cominciato a saccheggiare i camion”. L’Idf ha denunciato che “i terroristi di Hamas continuano a danneggiare i civili che cercano cibo e incolpa Israele”. “Mentre le Idf esaminano i dettagli dell’incidente con la necessaria accuratezza, chiediamo ai media di agire allo stesso modo e di fare affidamento su informazioni affidabili in merito alla questione”, aggiunge il portavoce militare israeliano

“Creata una campagna diffamatoria con l’obiettivo di diffondere disinformazione”

“Per il primo venerdì del mese di Ramadan – ha aggiunto l’esercito israeliano – è stata creata una campagna diffamatoria con l’obiettivo di diffondere disinformazione infondata allo scopo di istigare alla violenza in altri ambiti. L’esercito israeliano continuerà ad indagare sulla vicenda anche se la revisione dei sistemi operativi e delle forze militari sul campo hanno mostrato che né colpi di tank, né raid aerei o spari sono stati indirizzati verso i civili di Gaza in attesa del convoglio di aiuti” si legge ancora nel comunicato.
Il portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane (Idf), Avichay Adraee, nega le notizie apparse sui media arabi e palestinesi secondo cui le truppe dello Stato ebraico avrebbero ieri aperto il fuoco su persone in attesa di aiuti nella città di Gaza uccidendo 21 persone. “Le ultime notizie secondo cui le Idf hanno preso di mira decine di residenti di Gaza giovedì sera in un punto di distribuzione di aiuti umanitari non sono corrette”, afferma Adraee in una dichiarazione pubblicata sul suo account X, confermando quanto sostenuto dal portavoce dell’esercito.
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