Haiti, la guerra civile è sempre più vicina. Il primo ministro ha dato le dimissioni

 

Haiti è in stato di emergenza e sull’orlo della guerra civile: l’ultima notizia sono le dimissioni del Primo Ministro Ariel Henry

Il Primo Ministro di HaitiAriel Henry, pressato da una situazione sempre più allo sbaraglio nel Paese e sollecitato a lasciare dalla comunità internazionale, ha accettato di farsi da parte e dare spazio a una spinta regionale per una transizione di governo.

Le nazioni della comunità dei Caraibi, Caricom, si erano riunite di emergenza ieri in Giamaica per cercare di venire a capo di una situazione di caos totale in un paese travolto dalla guerriglia delle bande.

L’escalation della situazione ad Haiti

All’incontro aveva partecipato anche il segretario americano Antony Blinken che è riuscito a ottenere le dimissioni del premier a seguito anche della promessa di ospitalità a Porto Rico, il paese caraibico sotto il controllo statunitense dove Henry si era rifugiato. “Il governo che guido non può rimanere insensibile a questa situazione. Come ho sempre detto, nessun sacrificio è troppo grande per la nostra patria Haiti” ha detto Henry in un discorso di dimissioni pubblicato online.

La situazione di Haiti sta degerando sempre di più
La situazione di Haiti sta degerando sempre di più – Clarens Siffroy/AFP – Museodiocesanotorino.it

 

I capibanda haitiani avevano chiesto la dipartita di Henry che, pur definendosi una figura di transizione, era rimasto al potere dal 2021, quando il presidente Jovenel Moise era stato assassinato.

La soluzione è stata quella annunciata dal presidente della Guyana, Irfaan Ali, che presiede il Caricom, che ha annunciato una nuova autorità transitoria.
Si tratterà di un nuovo Consiglio presidenziale che avrà sette membri votanti che prenderanno decisioni a maggioranza. I sette includeranno rappresentanti dei principali partiti politici, del settore privato e del Gruppo Montana, una coalizione della società civile che aveva proposto un governo a interim nel 2021 dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moise.
Ci saranno anche due seggi senza diritto di voto nel consiglio: uno per la società civile e un altro per la chiesa. Blinken, che ha trascorso sette ore durante i colloqui in un hotel di Kingston, ha confermato le dimissioni di Henry in una telefonata con il primo ministro delle Barbados, Mia Mottley.
Sono state inoltre discusse le modalità per prevenire rappresaglie contro Henry e i suoi alleati, con gli Stati Uniti che hanno concordato che il primo ministro uscente sarebbe il benvenuto a rimanere sul suolo americano se non si sentisse sicuro ad Haiti.

Richiesta di una transizione politica

Il 29 febbraio scorso potenti bande hanno iniziato a lanciare attacchi contro obiettivi chiave del governo nella capitale di Haiti, Port-au-Prince.

Le violenze sono avvenute mentre il primo ministro Ariel Henry era fuori dal paese, cercando di raccogliere sostegno per un intervento della polizia straniera guidato dal Kenya che il suo governo ha ritenuto necessario per ristabilire l’ordine.

Jimmy Chérizier al funerale di Jovenel Moïse nel 2021
Jimmy Chérizier al funerale di Jovenel Moïse nel 2021 (AP Photo/Joseph Odelyn) – Museodiocesanotorino.it

 

Da allora è stato di fatto bloccato fuori dal paese dopo che alcune bande criminali hanno bloccato gli aeroporti locali. È sbarcato a Porto Rico la settimana scorsa dopo che gli era stato negato l’ingresso nella Repubblica Dominicana, che condivide l’isola di Hispaniola con Haiti.

Il leader e portavoce dell’alleanza delle bande, Jimmy “Barbecue” Cherizier, la scorsa settimana ha avvertito che Haiti si sarebbe diretta “dritta verso una guerra civile che porterà al genocidio” se Henry non si fosse dimesso.

Le bande attualmente controllano praticamente tutta Port-au-Prince, così come le strade principali da e per la capitale. Negli ultimi giorni hanno bruciato stazioni di polizia, chiuso i principali aeroporti internazionali e fatto irruzione nelle due più grandi carceri del paese, liberando più di 4.000 detenuti. Le ultime violenze hanno ucciso decine di persone e altre 15mila sono sfollate dall’inizio degli attacchi.

Secondo le Nazioni Unite, il saccheggio del porto principale del Paese ha ulteriormente aggravato la crisi umanitaria e i disordini hanno lasciato il sistema sanitario sull’orlo del collasso.

Il segretario di Stato americano Blinken ha avuto anche colloqui bilaterali con il primo ministro giamaicano Andrew Holness. In una dichiarazione, il portavoce Matthew Miller ha detto che Blinken ha sottolineato che la sicurezza e la stabilità nella regione sono una “priorità condivisa” degli Stati Uniti e della Giamaica.

Blinken “ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti a una proposta sviluppata in collaborazione con la CARICOM e le parti interessate haitiane per accelerare una transizione politica attraverso la creazione di un collegio presidenziale indipendente e ad ampia base”, si legge nella dichiarazione.

Washington ha chiesto a Henry, salito al potere dopo l’assassinio del primo ministro Jovenel Moise nel 2021, di sostenere una transizione politica in coordinamento con il dispiegamento di una forza internazionale per ristabilire l’ordine.

Lo stato di emergenza nel dipartimento dell’Ouest, che comprende Port-au-Prince, è stato imposto all’inizio di marzo ed è stato prorogato fino al 3 aprile.

La National Human Right Defense Network, un organismo di vigilanza del governo con sede ad Haiti, ha notato che la misura ha fatto ben poco per arginare la violenza. Il gruppo ha accusato la polizia nazionale haitiana di collusione con le bande che, afferma, continuano a beneficiare della “protezione delle autorità giudiziarie e politiche di Haiti”.

Il vertice ha dunque stabilito l’istituzione di un Consiglio presidenziale che governi il paese nel periodo di transizione tra le dimissioni di Henry e nuove elezioni, con poteri presidenziali che verranno assunti a voto di maggioranza.

Il Consiglio sarà composto da 7 membri e 2 osservatori, nominerà un nuovo primo ministro ad interim e un gabinetto di governo e istituirà un consiglio elettorale provvisorio che guiderà il paese alle prime elezioni dal 2016.

I posti da osservatori saranno assegnati a un leader religioso e a un rappresentante della società civile di Haiti. Mentre i sette membri votanti saranno scelti dal mondo imprenditoriale e dai partiti politici, tra cui organizzazioni che appoggiarono il mandato di Henry.

Un posto sarà destinato al Fanmi Lavals, partito di centrosinistra guidato dall’ex presidente Jean Bertrand Aristide, primo presidente democratico e rovesciato con un colpo di stato nel 2004, un altro al Pitit Dessalines, movimento di base nato da una scissione del Fanmi Lavals, e un ultimo al partito dell’ex primo ministro, Claude Hoseph, accusato di essere coinvolto nell’assassinio dell’ex presidente Moise.

Non potrà partecipare al Consiglio provvisorio chiunque abbia ricevuto condanne penali, sia stato incriminato, colpito da sanzioni delle Nazioni Unite, si opponga alla risoluzione delle Nazioni Unite di spiegare una forza di sicurezza ad Haiti o intenda candidarsi alle prossime elezioni.

Questa specifica esclude dal Consiglio i membri delle bande criminali che hanno saccheggiato il paese, compreso Chérizier, il criminale populista a capo della banda G9.

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