Dopo più di 500 anni è stato ricomposto il polittico di Piero della Francesca

Certe storie hanno un lieto fine, come nel caso del polittico di Piero della Francesca che dopo centinaia di anni è stato in parte ricomposto

A Milano è successo qualcosa di incredibile per tutto il mondo dell’arte, un evento che nessuno aveva previsto ma che ha permesso di ricostruire (quasi) per intero il Polittico di Sant’Agostino, realizzato da Piero della Francesca tra il 1454 e il 1469, e successivamente smantellato e disperso.

Dopo ben 555 anni, questo polittico è tornato ad essere un pezzo solo: otto delle sue parti sono state riunite e sarà possibile, per la prima volta, ammirarle tutte insieme al Museo Poldi Pezzoli di Milano, così come le aveva pensate Piero della Francesca. Meglio tardi che mai, no?

Tutti ad ammirare il polittico riunito di Piero della Francesca

Dopo aver aspettato più di 500 anni, l’attesa è finalmente finita: dal 20 marzo al 24 giugno il Museo Poldi Pezzoli di Milano, ospiterà tutte e otto le parti della pala d’altare di Piero della Francesca.

La mostra si sta rivelando un grande successo fin dall’inizio, attirando l’attenzione di esponenti dell’arte di tutto il mondo. C’è chi parla addirittura di un miracolo, come Machtelt Brüggen Israëls, conservatrice al Rijksmuseum di Amsterdam, nonché una delle curatrici della mostra:

È un miracolo vedere i pannelli accostati”.

Dettaglio Sant'Agostino
Dettaglio di Sant’Agostino nel polittico – www.museopoldipezzoli.it – museodiocesanotorino.it

Va ricordato, però, che gli otto frammenti del polittico non sono tutti, ovvero: il polittico era sicuramente costituito da più sezioni, che però potrebbero essere andate perdute per sempre.

Perciò, possiamo dire che questi otto frammenti potrebbero essere l’unica immagine completa che potremo mai sperare di osservare di questo capolavoro, realizzato per ordine degli agostiniani di Sansepolcro.

Chi è riuscito a realizzare questo miracolo artistico?

Il merito di questo ricongiungimento e di questa mostra va ai seguenti musei, che si sono resi disponibili a concedere in prestito le rispettive sezioni:

  • Frick Collection
  • Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona
  • National Gallery di Londra
  • National Gallery of Art di Washington

Insomma, tutti uniti per l’arte e per dare modo agli appassionati di vedere finalmente, in un luogo solo, tutta la storia che il pittore aveva immaginato su un unico polittico.

Come sarà strutturato l’allestimento?

L’obiettivo dell’allestimento sarà quello di ricreare lo studio di Piero della Francesca, riproducendo letteralmente il cielo toscano attraverso macchinari sofisticati.

Ecco come Carlo Ratti descrive questa particolare decisione di allestimento:

Le tecnologie digitali non possono sostituire il godimento di un capolavoro dal vivo come il Polittico di Piero della Francesca. Tuttavia possono contribuire a migliorare il nostro mondo fisico. È stata questa l’idea, insieme ad Artemide: effettuare una scansione in 3D il cielo della Toscana per ottenere un’accurata interpretazione dell’atelier di Piero della Francesca”

In questo modo, gli osservatori avranno modo di immergersi in un’atmosfera rinascimentale, la stessa che ha stimolato la creatività dell’artista.

Un po’ di storia del polittico agostiniano

Vi starete chiedendo come mai gran parte di questa pala d’altare sia andata perduta, o meglio: chi mai abbia avuto la brillante idea di smantellarla e farla a pezzi.

Da quello che sappiamo, questo polittico sarebbe stato appeso nella chiesa degli agostiniani a Sansepolcro, in provincia di Arezzo, fino al giorno in cui gli agostiniani hanno deciso di spostarsi, nel Cinquecento.

Alcune parti della pala d’altare sono state ritrovate nell’Ottocento ma sono sempre state osservabili separatamente, in musei molto lontani tra loro sparsi per il mondo, come potete vedere dall’elenco poco sopra.

Per la prima volta, però, si sono ricongiunte a Milano, riproducendo parte di quella unitarietà a cui era riuscito a dare vita Piero della Francesca. Alla mostra sarà possibile ammirare le raffigurazioni di: Nicola da Tolentino, San Giovanni Evangelista, la Crocifissione, Santa Monica, San Leonardo, San Michele Arcangelo e Sant’Apollina.

Questa unione inaspettata, sta portando alla luce importanti informazioni relative all’opera, a livello di tecnica pittorica utilizzata e sul suo smantellamento in epoca passata.

L’esposizione allestita da Italo Rota e Carlo Ratti, e curata da Machtelt Brüggen Israëls e Nathaniel Silver, sarà visitabile fino al 24 giugno.

Secondo la direttrice del Museo, Alessandra Quarto, ovvero colei che è riuscita a convincere i musei a prestare le parti di polittico che custodivano, parla di “riunione del secolo”, perciò vi consigliamo di affrettarvi a comprare il vostro biglietto per questa mostra unica.

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